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La correttezza politica è il nuovo conformismo e ha il volto della rispettabilità intellettuale. É la tentazione di cercare il male nella vita del vicino. La maledizione di sentirsi autorizzati a giudicare il prossimo. La degenerazione della ricerca della purezza nelle cose umane. Mai come in questo libro ha fatto i conti con l'eredità puritana, in senso storico e addirittura geografico, e con il meglio di quella eredità. La quale non è costituita dalla beceritudine moralistica (di donne, neri, ebrei, wasp eccetera) ma dalla sfumata e sapiente reazione al puritanesimo stesso di quel grandissimo scrittore che è Nathaniel Hawthorne. La macchia umana è ambientata sulle Berkshire Hills, in quella zona del Massachussetts che si incunea tra il Vermont e quella parte del Connecticut in cui Roth si è ritirato a vivere, ed è dunque stata concepita non lontano dal luogo in cui Hawthorne scrisse la storia delle streghe di Salem e Melville la storia della caccia a quel simbolo del male che è la balena bianca. Senza rivelare troppo, può servire a orientare il lettore, se si dice che nel secondo capitolo della Macchia umana si scopre che il protagonista, Coleman, è in realtà un negro dalla pelle molto chiara il quale in gioventù ha rinnegato la madre, i fratelli e la propria stessa natura...
Philip Roth, La macchia umana
Einaudi, Torino 2001
pagg. 388, L. 35.000